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Meteorologia

Presso gli antichi popoli l’interesse per i fenomeni atmosferici fu tanto maggiore quanto più incostante, mutevole e capriccioso era il tempo nella regione in cui essi vivevano. Ben poco se ne occuparono gli Egiziani, per esempio, mentre più interessati di loro furono Caldei e Babilonesi.

                     

I greci furono i primi a dimostrare grande interesse per gli eventi atmosferici: abitanti in una regione notevolmente influenzata da mutamenti del tempo, elaborarono una complessa mitologia con un carattere chiaramente astronomico-meteorologico.

 

La “nascita” della meteorologia viene determinata dai filosofi greci che con questa parola  intendevano indicare tutti i “fenomeni sopraterrestri”.

 

Meteorologia da

Meteòros – fenomeni celesti

Logos - studio

 

I filosofi greci, studiosi degli umori del tempo, misero in evidenza il contrasto tra l’apparente “stabilità” del

Sole e degli altri corpi celesti e il comportamento disordinato delle piogge, delle nubi, del vento...

Aristotele

[ 384 - 322 a.C. ]

Il più importante documento è sicuramente La Meteorologia di Aristotele. Trattato in quattro libri e

suddiviso in quarantadue capitoli: ben quindici sono dedicati ai fenomeni atmosferici. Con Aristotele,

la meteorologia entra definitivamente a far parte integrante del mondo dotto: tra i Romani se ne

occuparono tra gli altri, Virgilio, Seneca e Plinio.

 

Nel periodo della decadenza dell’Impero Romano e durante tutto il Medio Evo, la meteorologia non fece nessun progresso, ma fece addirittura qualche passo indietro.

In quei secoli si sviluppò la tenace credenza che gli astri avessero un influsso sul tempo meteorologico oltreché sui destini degli uomini. 

Occorre giungere al Rinascimento perché questa scienza, come anche l’astronomia, la fisica e la chimica, iniziasse a prendere un corpo veramente scientifico.

 

1500

Leonardo da Vinci costruisce uno strumento che indica la direzione del vento, l’anemoscopio

 

1570

Carlo Pellegrini Danti apporta perfezionamenti all’anemoscopio

 

1597

Galileo inventa un indicatore della temperatura successivamente perfezionato e reso d’uso pratico, il termometro

 

1612

Galileo e Santorre Santorio si contendono l’invenzione di un misuratore dello stato termico dei corpi.

Lo strumento sul quale lavorano con altri ricercatori è un termoscopio, cioè un termometro ad aria.

In quegli anni  Santorio inventa l’anemometro e costruisce tre modelli di igrometri per

misurare l’umidità dell’aria

 

1614

G.F. Sagredo a Venezia compie le prime osservazioni sistematiche sulla temperatura

 

1637

R. Descartes, filosofo e matematico ( conosciuto in Italia come Cartesio ) pubblica

Les Météores dove discorre su vari fenomeni atmosferici

 

1639

Castelli pubblica alcune sue idee sulla misurazione della quantità delle precipitazioni

Un prezioso strumento: il barometro a mercurio di Torricelli

 

Si deve a Evangelista Torricelli e a Vincenzo Viviani, discepoli di Galileo, il merito di dare alla meteorologia uno dei più preziosi strumenti: il barometro.

Nel 1630 i fontanieri del Granduca di Firenze dovevano installare alcune pompe per sollevare l’acqua sino alla stanza ducale. Avevano realizzato un tubo di 24 braccia (14 metri circa) ma la colonna d’acqua non saliva oltre le 18 braccia (10 metri circa).

                                                      A nessuno era venuto in mente di collegare questo fatto con il peso dell’atmosfera. Torricelli pensò che                                                                l’acqua sarebbe potuta salire se fosse stata tolta l’aria nella parte superiore del tubo, lasciando che l’aria                                                                potesse invece pesare sulla superficie libera del liquido, fuori dal tubo. Parla della sua teoria a Viviani che                                                            nel 1643 esegue materialmente quella che viene chiamata  “esperienza di Torricelli”.

 

                                                     L’esperimento di Torricelli

                                                     In un tubo di vetro lungo circa un metro chiuso ad una estremità si versa del mercurio. Si rovescia il tubo                                                             all’ingiù e si immerge  l’estremità aperta del tubo in una bacinella con altro mercurio. Il mercurio nel tubo                                                             scende ma si stabilizza a circa 76 cm dal livello del mercurio contenuto nella bacinella. Torricelli spiegò che                                                           l’aria premendo sul mercurio della bacinella impediva al mercurio del tubo di uscire.

                                                     Di fatto l’esperienza di Torricelli ebbe enorme risonanza: fu lodata e criticata e portò alla costruzione del                                                              barometro, permettendo di dimostrare che fra pressione atmosferica e tempo meteorologico esiste una                                                               relazione.

                                                     1648

                                                     Florin Périer, seguendo le indicazioni di Blaise Pascal e di René Descartes verifica l’esistenza della pressione                                                       atmosferica e del suo decrescere con l’altitudine

La rete fiorentina

 

La scoperta del barometro dà l’avvio, per iniziativa del Granduca Ferdinando II di Toscana, a una specie di servizio meteorologico ante litteram.

 

Interessato al progresso delle scienze e trovandosi in possesso del barometro, del termometro, dell’igrometro, dell’anemoscopio Ferdinando II dei Medici istituisce con il segretario Luigi Antinori nel 1654 una rete di osservazioni meteo giornaliere della Toscana chiamata la rete fiorentina.

A partire da quegli anni lo studio della meteorologia comincia a svilupparsi e a progredire.

 

Manca tuttavia ancora la possibilità di comunicare e scambiare velocemente i risultati delle osservazioni.

 

Si può dire che la meteorologia sia nata proprio sulle rive dell’Arno. A Firenze si ha l’invenzione del termometro (o meglio del termoscopio) e quella del barometro.

A Firenze viene realizzata la prima rete di osservazioni meteorologiche promossa dall’Accademia del Cimento.

 

1686

Edmund Halley pubblica la prima carta meteorologica per spiegare la circolazione dei venti

 

1750

la Royal Society di Londra istituisce una rete di osservazioni meteorologiche

 

1752

Benjamin Franklin inventa il parafulmine

 

Romme fu il primo nel 1793 a proporre, per segnalare le tempeste, l’uso del telegrafo aereo di Chappe. Il telegrafo elettrico sarebbe stato inventato solo mezzo secolo più tardi, entrando nell’uso pratico solo nel 1843.

 

1803

Classificazione delle nubi di Luke Howard

 

1804

Joseph Louis Gay-Lussac e Jean Baptiste Biot effettuano nel cielo di Parigi un’ascensione aerostatica (raggiungendo circa 4000 metri) ricavando importanti osservazioni sull’atmosfera terrestre

 

Con l’invenzione del telegrafo elettrico ad opera di Samuel Morse nel 1837 fu possibile istituire una rete di comunicazioni telegrafiche per il rapido scambio dei dati meteorologici osservati simultaneamente in diversi paesi.

 

Nasce così la meteorologia sinottica (veduta di insieme). Una volta in possesso dei dati

si arriva a una rappresentazione grafica del tempo attraverso simboli internazionali, dando vita alle cosiddette carte del tempo.

 

Robert FitzRoy

In Inghilterra l’ammiraglio Robert FitzRoy organizza un servizio di bollettini  che circolano per i porti britannici. Il Goveno riconosce l’iniziativa e gli affida la direzione

di un Meteorological Office appositamente istituito nel 1855.

FitzRoy  è il primo a creare carte del tempo giornaliere e informazioni sulle condizioni future del tempo che chiama “previsioni” e che vengono pubblicate fin dal 1860 sul “Times”.

 

1853

A Bruxelles si tiene un Congresso Meteorologico Mondiale

Intervengono i rappresentanti di Belgio, Danimarca, Francia, Inghilterra, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Russia e Svezia. Viene stipulato un trattato che stabilisce la necessità di una cooperazione mondiale meteorologica “in pace e in guerra”.

 

Il trattato di Bruxelles rappresenta una pietra miliare nella storia del progresso civile e dell’organizzazione meteorologica internazionale.

 

Alle potenze firmatarie del trattato si aggiunge in un secondo tempo anche il Regno di Sardegna.

 

È però necessario un tragico evento per dare la spinta decisiva all’istituzione di veri e propri servizi meteorologici.

Il 14 novembre 1854 (siamo al tempo della guerra di Crimea) una violentissima tempesta sul Mar Nero distrugge 41 navi di Francia, Inghilterra, Piemonte e Turchia, alleate contro la Russia.

 

Jean Joseph Urbain Le Verrier

L’astronomo francese Jean Joseph Urbain Le Verrier viene chiamato dal maresciallo  Vaillant,  Ministro della Guerra per studiare le cause della violenta tempesta. Dallo studio e dalle informazioni richieste agli astronomi e meteorologi di tutti i paesi sullo stato dell’atmosfera nei giorni  12, 13, 14, 15 e 16 novembre, Le Verrier elabora un piano di organizzazione meteorologica destinato ad avvertire i marinai dell’arrivo delle tempeste.

L’organizzazione di questo servizio viene completata nel 1860.

 

il 23 novembre 1863 viene pubblicata la prima carta sinottica del tempo estesa a gran parte dell’Europa.

 

Anche in Italia non si rimaneva indifferenti alla costituzione di una rete meteorologica

Angelo Secchi 

direttore dell’Osservatorio Astronomico e Meteorologico del Collegio Romano avvia la creazione di una struttura meteorologica utile allo Stato Pontificio. Il 20 giugno 1855 vengono trasmessi i primi messaggi meteorologici relativi alle stazioni di Bologna, Ferrara, Urbino, Perugia, Ancona. Inventore del meteorografo (registra due o più grandezze meteorologiche contemporaneamente).

Filippo Cecchi

direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze dal 1872 al 1887. Svolge una vasta attività scientifica. Inventa numerosi strumenti di misura sismologici e meteorologici come il nefoscopio (determina la direzione e la velocità delle nubi). È considerato, insieme a padre Denza e a padre Secchi, uno dei pionieri della meteorologia italiana.

Francesco Denza 

fonda nel 1859 l’osservatorio meteorologico di Moncalieri, promuove l’apertura di oltre 200 stazioni

meteo e costituisce la Società Meteorologica Italiana con il suo Bullettino Mensile, prima rivista di

meteorologia in Italia. Nel 1891 viene nominato direttore della Specola Vaticana in Roma.

 

Il Governo Italiano il 26 novembre 1876 decreta l’istituzione del Regio Ufficio Centrale di

Meteorologia

L’ufficio diventa operativo nel maggio 1879 nella sede del Collegio Romano

L’Osservatorio del Collegio Romano

 

L’osservatorio del Collegio Romano è stato tra i più antichi di interesse scientifico in Europa. Già nel 1572 il gesuita Clavio, matematico e astronomo tedesco, iniziava, in questa sede, regolari osservazioni astronomiche sulla Nova Cassiopeae.

Solo dopo circa due secoli, nel 1782, l’Osservatorio del Collegio Romano diviene Osservatorio Meteorologico e le relative osservazioni, fino allora saltuarie e discontinue, si eseguono in maniera sistematica.

 

Dal 1788 gli strumenti vengono trasportati sulla nuova Torre Calandrelli, costruita appositamente

per le osservazioni meteorologiche su proposta dello stesso Calandrelli e del cardinale Francesco

Saverio Zelada.

 

Dopo il 1870, una volta conseguita l’unità nazionale, il Paese scopre interessi sociali ed esigenze

comuni ed il governo italiano il 26 novembre 1876 decreta l’istituzione del Regio Ufficio Centrale

di Meteorologia, che può essere considerato il primo tentativo di attuare un unico servizio

meteorologico nazionale.

 

L’Ufficio comincia a funzionare nel maggio 1879, nella sede del Collegio Romano, e primo direttore

è il prof. Pietro Tacchini, astronomo, geofisico e meteorologo di chiara fama.

La meteorologia moderna

 

Nei primi del 1900 il crescente impiego di aerostati e di dirigibili in campo militare e il successivo affermarsi dell’aeroplano, con conseguenti studi sempre più approfonditi sull’atmosfera, portano all’istituzione del Regio Servizio Aerologico.

Nel 1923 viene istituito il Commissariato per l’Aeronautica alle cui dipendenze è posto il Servizio Aerologico che, il 2 luglio 1925, viene trasformato in Ufficio Presagi.

Infine si giunge, pochi anni prima della seconda guerra mondiale, al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare

Dopo la prima guerra mondiale un gruppo di studiosi scandinavi guidati dal norvegese Vilhelm Bjerknes formula teorie del tutto nuove sull’origine delle perturbazioni, anche se prive di applicazioni pratiche a causa del  lungo tempo necessario per fare i dovuti calcoli.

Queste teorie si fondano su due concetti basilari: quello delle masse d’aria e dei fronti e quello della logica fisica secondo la quale ogni situazione meteorologica trae origine da situazioni precedenti fisicamente logiche.

 

1950

Johann Von Neumann, matematico, fisico e informatico è il primo ad usare un computer per formulare previsioni meteorologiche.

I veri progressi arrivano tra gli anni quaranta e cinquanta con la messa a punto di tecniche di radiosondaggio e in seguito con l’avvento dei computer e i satelliti.

 

1960

Viene lanciato TIROS-1, primo satellite per le previsioni meteo.

 

1977

Il 23 novembre viene messo in orbita dall’ESA (European Space Agency) il satellite geostazionario meteorologico Meteosat-1.

 

1981

Programma Italiano Afrodite, modello di post-elaborazione statistico dei dati meteorologici. Seguirà nel 1988 un modello più potente chiamato Argo.

 

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale

 

Struttura fondata nel 1873 a Vienna ( Organizzazione Meteorologica Internazionale ) viene recepita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite che costituisce a Ginevra l’Organizzazione Meteorologica Mondiale - OMM (in inglese World Meteorological Organization - WMO).

Entra in servizio il 23 marzo 1950, data che da allora viene celebrata come Giornata Mondiale della Meteorologia.

Il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare

è il servizio meteorologico nazionale italiano, ufficialmente accreditato presso l'OMM. L'organo direttivo centrale ha sede a Roma ed è rappresentato dal reparto meteorologia, articolazione dell'Ufficio Generale Spazio Aereo e Meteorologia, a sua volta dipendente dallo Stato Maggiore Aeronautica.

Sull'intero territorio nazionale italiano, il servizio meteorologico si avvale di numerosi osservatori meteorologici ufficiali che, oltre ad effettuare attività di rilevamento e raccolta dati, svolgono funzioni di assistenza alla navigazione aerea e/o marittima mediante l'emissione di bollettini a regolari cadenze orarie.

 

 

Dal disegno a mano, dal tracciare le isobare e le isoterme sulle carte geografiche, si è passati a potenti computer che elaborano le previsioni con sofisticati modelli matematici.

 

La figura professionale del meteorologo subisce di conseguenza profondi cambiamenti.

 

Il meteorologo moderno svolge il ruolo di fisico quando imposta all’atmosfera le leggi della dinamica e termodinamica dei fluidi, diviene matematico quando affida all’elaboratore elettronico i calcoli delle complesse equazioni del moto che tali leggi richiedono, svolge infine il suo ruolo di previsore quando interpreta i risultati delle analisi meteorologiche sciorinate dalle stampanti o dai plotter.

Associazione Edmondo Bernacca onlus

 

Nell’ottobre 2005 un gruppo di giovani decide di installare una stazione meteo a Rocca di Papa, in località Vivaro, nei pressi di Roma, e dedicarla al generale Edmondo Bernacca.

All’inaugurazione (11 febbraio 2006) sono presenti, oltre a numerosi appassionati e alla famiglia Bernacca, il generale Andrea Baroni, il colonnello Giancarlo Bonelli, il tenente colonnello Guido Guidi, il tenente colonnello Massimo Morico, la dr.ssa Franca Mangianti, responsabile dell’Osservatorio meteorologico di Roma Collegio Romano, dipendente dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA).

Da questo evento nasce l’idea di dar vita all’Associazione E. Bernacca onlus per coltivare l’interesse e l’amore per la meteorologia.

Dalla sua istituzione l’associazione ha iniziato un lungo cammino promuovendo progetti e stringendo collaborazioni con enti istituzionali e associazioni tutte improntate allo studio e approfondimento della meteorologia in Italia e nel mondo.

 

Dal mese di giugno 2016 l’Associazione Bernacca fa parte di UNI-MET.

UNI-MET è il filo conduttore comune a tutte le aggregazioni italiane che si occupano di meteorologia e che intendono impegnarsi per l'utilizzo di procedure, protocolli, linguaggi e buone pratiche comuni. È un canale aperto tutto l'anno per lo scambio di informazioni e di notizie meteorologiche. UNI-MET vuole essere uno strumento utile e pratico per ridurre la frammentazione della meteorologia italiana.

 

Servizio Agrometeorologico Italiano (ex UCEA)

 

Il primo servizio meteorologico italiano nasce al Collegio Romano. Il 26 novembre 1876 il Regio Decreto n.3534 istituiva un Consiglio Direttivo e un Ufficio Centrale di Meteorologia. È l’atto costitutivo del primo ente meteorologico italiano.

Nel 1920 da questo ufficio nasce il Servizio dei Lavori Pubblici, nel 1925 il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, nel 1929 l’Istituto Nazionale di Geofisica e pertanto all’ufficio rimane soltanto la sezione relativa alla meteorologia e alla climatologia.

Dal 1941 al 1957 assume il nome di Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e di Ecologia Agraria con mansioni dirette alla meteorologia nel campo dell’agricoltura. Successivamente diviene Ufficio Centrale di Ecologia Agraria e Difesa delle piante coltivate dalle avversità meteoriche (UCEA) fino agli anni 2000, quando con la nascita del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) viene a far parte degli Istituti Sperimentali gestiti da tale Ente.

Attualmente,  dopo aver assunto il nome CREA-AA, si occupa principalmente di Agrometeorologia svolgendo le seguenti attività:

•              Promuove e coordina il Tavolo nazionale dell’agrometeorologia

•              Promuove l’interscambio di dati con le Regioni, in modo da integrare le reti di monitoraggio meteorologico nazionale SIAN e AM con le realtà regionali

•              Fornisce consulenza scientifica, supporto e indirizzo al Settore Agrometeorologico del SIAN

•              Effettua il monitoraggio delle anomalie agrometeorologiche mensili e stagionali

•              Digitalizza dati rilevati dalle stazioni meccaniche (Rete Stazioni ex UCEA) per la Banca Dati Agrometeorologica Nazionale

•              Produce bollettini giornalieri di previsioni e di informazioni agrometeorologiche per il territorio nazionale per i 6-10 giorni successivi, a supporto della programmazione delle attività agricole nel loro complesso.

CREA è il principale Ente di ricerca italiano dedicato all’agroalimentare, con personalità giuridica di diritto pubblico, vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). Ha competenza scientifica nel settore agricolo, ittico, forestale, nutrizionale e socioeconomico nonché piena autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Operano nel CREA circa 1600 persone di ruolo, di cui quasi 600 Ricercatori e Tecnologi e altrettanti tecnici.

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